«Se ripenso ai cinquantadue anni trascorsi tra un palcoscenico e un altro, mi sembrano una serie interminabile di montagne da scalare, montagne sempre nuove, sempre più aspre per un fisico che non può conservare la freschezza dei venti anni. – confessa sulla sua pagina social il maestro Michele Campanella, che stasera alle 20 è impegnato da interprete nel recital che conclude giovedì 28 Luigino il Festival Beethoven nella veranda neoclassica di Villa Pignatelli per il Maggio della Musica.
Il recital conclusivo del festival, che ha seguito un ordine rigidamente cronologico, presenta la “Sonata n. 30 in mi maggiore, op. 109”, la “Sonata n.31 in la bemolle maggiore, op. 110” e la “Sonata n. 32 in do minore, op. 111”.
«Suono, non per la prima volta, ma a distanza di qualche anno, le ultime tre Sonate di Beethoven. Non si può osare questa musica se non si è affrontata la vita, se non si è sofferto, se non si è gioito, se non si ha una profonda esperienza umana.
Poiché tutto ciò sta alla nostra coscienza, non sempre 70 anni sono sufficienti a comprendere l’immensa grandezza di Beethoven, che ci parla con una forza che nulla ha perso in due secoli. Nel confronto con “Lui” siamo impari, ma almeno abbiamo l’onore di accettare la sfida»
Michele Campanella conclude il Festival Beethoven a Villa Pignatelli
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