Si è registrato un tutto esaurito martedì 17 aprile al Teatro San Carlo per l’esibizione della Royal Philarmonic Orchestra, diretta dall’affezionato ospite del Massimo napoletano Pinchas Zukerman, per l’occasione in duplice veste di direttore e violinista.
La serata è stata dedicata alla celebrazione del Romanticismo nelle sue forme più “pittoriche” e rappresentative e si è aperta sulle note del poema sinfonico “Il cigno di Tuonela” tratto dalla suite orchestrale Lemminkäinen composta da Jean Sibelius tra il 1893 e il 1895.
Forma romantica per eccellenza, il poema sinfonico rappresenta il naturale apice di quel processo che portò la musica strumentale ad affermarsi come arte perfetta, per la sua capacità, a differenza delle altre arti, di rappresentare l’essenza e non solo l’ombra della realtà, volendo citare il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer. Non è necessario infatti aver letto le vicende dell’eroe popolare finlandese Lemminkäinen per apprezzare e cogliere nei dettagli la descrizione della danza sensuale e macabra del cigno protettore delle porte infernali di Tuonela rappresentata dal suono corno inglese (Patrick Flanaghan) che danza liberamente sul pedale costruito dal tappeto orchestrale degli archi che viene solo lievemente interrotto da un onomatopeica pioggerella di pizzicati ed incorniciato dal tema affidato al violoncello (Jonathan Ayling) e alla viola (Abigail Fenna) che rappresenta il fallimentare tentativo dell’eroe di raggiungere l’Ade.
Se nell’opera di Sibelius i riferimenti ai temi popolari della terra natia sono evidenti e sottolineati dalle forme musicali scelte, i concerti solistici di Max Bruch invece celano nel virtuosismo richiami mutuati da altre culture; posata la bacchetta, Pinchas Zukermann ha imbracciato il suo violino ed eseguito il concerto n° 1 in sol minore che il compositore tedesco dedicò all’amico e virtuoso ungherese Joseph Joachim.
La rappresentazione pittorico-musicale è stata il fil rouge che ha animato il programma della serata che nella seconda parte ha visto due brani del compositore inglese Edward Elgar: “Enigma Variations” e “Sospiri” op. 70 nella trascrizione, ad opera dello stesso Pinchas Zukermann, per archi, arpa e violoncello solo eseguita dalla brillanta Amanda Forsyth.
Il programma scelto oltre ad essere stato apprezzato per la sua coerente ispirazione, nonostante la diversità di forme musicali, ha avuto il pregio di far emergere la bravura e l’attenzione espressiva che caratterizzano la brillante coppia, musicale e non solo, Zukerman-Forsyth. Degna di plauso è stata la Royal Philarmonic Orchestra, riconosciuta come una tra le migliori orchestre al mondo per qualità d’insieme, di cui si è particolarmente apprezzata la cura per le dinamiche, e per la validità dei singoli elementi, di cui oltre i già citati solisti ricordiamo Daniel De Fry, arpa, e Duncan Riddell, primo violino.
Emma Amarilli Ascoli