“Harmonie du soir” è la lirica prescelta da Debussy fra i suoi Poèmes che dà il titolo all’ elegantissimo recital, organizzato dall’Associazione Alessandro Scarlatti, che ha visto impegnati, giovedì 15 marzo sul palco del Teatro Sannazaro di Napoli, il soprano Maria Grazia Schiavo e il pianista Maurizio Iaccarino.
Un itinerario d’ascolto studiato ed incentrato sulla musica vocale da camera nel secondo Ottocento europeo e fino ai primi decenni del nuovo secolo.
«Cantare in due, e con il pubblico concentrato sulla voce e sul pianoforte è particolarmente emozionante e non interpretare, una volta tanto un personaggio, mi fa sentire Maria Grazia che fa musica, senza mediazioni, per gli altri» aveva detto il soprano napoletano in una intervista, ed un pubblico calorosissimo ha accolto, ieri sera, la sua diva “in versione più autentica”.
Il duo d’eccezione ha esordito con il “Vocalise-étude en forme de habanera”, uno studio tecnico commissionato a Ravel dal professore del Conservatorio parigino A. L. Hettlich per puro scopo didattico e divenuto poi celebre nelle successive elaborazioni strumentali, simile ad una cantilena andalusa languida e sensuale. Gli interpreti hanno poi accarezzato talvolta con leggerezza tal altra con brio le Mélodies di Ravel, Poulenc, Debussy, De Falla e Bizet.
Applauditissima l’interpretazione di “Je marche sur tous les chemins… Oui, dans le bois et dans la plaine” aria di bravura di capricciosa “femme publique tra brillanti jais e paillettes”, dall’opéra-comique Manon di Jules Massenet. La venatura malinconica e il sentimento di ennui, come noia di vivere, permeano una delle più alte partiture teatrali del tempo, l’unica presente senza soluzione di continuità in questo percorso cameristico.
All’esotismo delle danze di carattere sui materiali poetici e sonori di tradizione francese rinviano, invece, i brani conclusivi: “Seguidille” e la virtuosistica “Tarantelle”.
«Ho scelto questo repertorio perché frutto di uno studio approfondito con Madame Madì Mesplé, cantante francese che ha cantato con Poulenc in persona e che di questo repertorio mi ha rivelato il fraseggio e l’intenzione, il modo di porgere al pubblico e di ricercare la simbiosi con il pianista» aveva affermato la Schiavo nella stessa intervista al Corriere del Mezzogiorno.
Ed impeccabilmente il grande soprano si è destreggiato tra le meravigliose liriche d’autore: Mallarmè, de Vilmorin, Baudelaire, Bourget, Gautier, Pailleron, ponendo l’espressività del canto al servizio del testo.
Deliziosi i fuori programma che hanno svelato la personalità giocosa dei due interpreti e messo in luce una profonda sinergia e un grande affiatamento: dall’opera comico-satirica “Orfeo all’inferno” di Offenbach; Art is calling for me (I want to be a Prima Donna) from the Broadway Comic Opera “The Enchantress” di Herbert e Smith; per concludere con celeberrimo “Il bacio” di Arditi.
Calorosi e avvolgenti gli applausi del pubblico al soprano e al sensibile e misurato pianista presente nella “Bomboniera di via Chiaja” per una serata all’insegna della raffinatezza, del virtuosismo a disposizione dell’empatia, della voce che si fa poesia.
Mariapaola Meo