“La sirena di Spinacorona si erge sul Vesuvio che erutta, versando latte dalle mammelle estingue il fuoco, impedendo al Vesuvio di sommergere la bellezza di Napoli nelle sue fiamme”. Tante sono le leggende che legano Napoli alle mitologiche fanciulle marine dallo splendido canto, Spinacorona è fra queste, preceduta per fama solo dalla fondatrice della città, Partenope, uccisa dal rifiuto di Ulisse. Alla sirena protettrice di Napoli, Michele Campanella ha dedicato un festival che, alla sua prima edizione, ha versato nelle strade della città un oceano di musica tale da sommergere il fuoco della grigia quotidianità. Quattro giorni – dal 21 al 24 settembre – interamente dedicati alla musica con concerti gratuiti dalla mattina alla sera, in nove location di notevole rilievo artistico e troppo spesso ignorate dalle cartine dei turisti: Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, Chiesa di San Giovanni a Carbonara, Chiesa di San Giovanni a Mare, Chiesa di San Severo al Pendino, Museo diocesano- Complesso monumentale Donnaregina, Palazzo Caracciolo, Spazio Comunale di Piazza Forcella, Pio Monte della Misericordia e Succorpo della Basilica della Santissima Annunziata Maggiore.
Ognuno di questi luoghi ha ospitato artisti di fama internazionale, 81 in totale, per brevi concerti di 40 minuti con cadenza oraria in modo da passeggiare da un luogo all’altro guidati dal canto della Sirena;
l’affluenza è stata superiore alle aspettative tanto che la capienza dei luoghi spesso non è bastata a contenere l’entusiasmo del pubblico napoletano costretto a saltare concerti pur di assicurarsi un posto per l’evento successivo.
Il resoconto del Festival può solo che essere positivo, speriamo dunque che l’Assessorato alla Cultura ed al Turismo di Napoli che, nella figura di Nino Daniele, ha accolto con entusiasmo questa prima edizione, possa rinnovare il suo sostegno anche in futuro.
Emma Amarilli Ascoli
Foto di Emanuele Ferrigno