Tutto esaurito nella splendida serata del 19 agosto sul Belvedere di villa Rufolo in occasione del concerto della Rotterdams Philarmonisch Orkest esibitasi sotto la guida del giovanissimo Lahav Shani, direttore e pianista, con incasso devoluto in beneficenza, in quanto manifestazione “Ravello for Africa” – Un concerto per il Burkina Faso”.
L’accattivante programma novecentesco rivelatosi di notevole richiamo, ha compreso:la Sinfonia n.2 di Kurt Weill, la Cuban Overture e la Rhapsody in Blue di George Gershwin, la Symphonic Dances from West Side Story di Leonard Bernstein. Del tedesco Weill si è potuto apprezzare una composizione precedente al periodo americano in cui l’autore abbracciò poi lo stile e l’arte del musical, una volta costretto ad allontanarsi definitivamente dall’Europa in seguito all’avvento del nazismo in Germania che lo spinse ad espatriare dapprima a Parigi e a Londra e quindi dal 1935 negli Stati Uniti d’America. A Parigi egli compose questa Sinfonia ancora di stile classico, una delle sue poche composizioni di “musica pura” essendo per il resto la sua produzione prevalentemente legata al teatro musicale. Tale lavoro (del 1933), già successivo alla collaborazione con Bertolt Brecht e alla sua concezione del “teatro epico”, rivela ormai rispetto alle giovanili influenze wagneriane e shönberghiane, un’asciuttezza, una nitidezza di linee ben evidenziate dalle diverse sezioni e dagli eccellenti timbri solistici dell’orchestra di Rotterdam. Cosicché dei tre movimenti che la compongono sono emersi il tagliente motivo della tromba nel Sostenuto che introduce all’Allegro dal piglio energico, carico di tensioni e inquietudine, il carattere di marcia funebre del sofferente movimento centrale, e il variegato Allegro conclusivo, dal sapore amaro, staccato con velocità e reso con amalgama sonoro e ritmico, tra il flusso ondoso di base assegnato agli archi e il risalto di ritmi sarcasticamente militari o di intermittenti interventi solistici. Solarità e brillantezza sono invece scaturite dalla Cuban Overture, esotica e sensuale con il ruolo predominante delle percussioni (compresi bongo, maracas e bacchette cubane) oltre che dei fiati. L’esuberante e divertita direzione di Lahav Shani se ha in qualche caso compromesso la precisione degli attacchi e, nei successivi brani, una più equilibrata scelta dei tempi, ha d’altronde comunicato energia ed entusiasmo travolgente, in particolare nello scatenato ritmo percussivo finale. Nella seconda parte del concerto che è continuato all’impronta della gioiosità, è stata la volta della celebre Rapsody in Blue in cui il direttore è stato anche pianista solista destreggiandosi virtuosisticamente nel suo doppio ruolo e traducendo con passione i ritmi blues e popolari della musica nordamericana singolarmente e sperimentalmente inseriti nella più ampia struttura sinfonica voluta dall’autore. L’orchestra ha assecondato con prontezza il suo direttore che quasi ‘ballando’ la sua musica al piano tra indugi ed accelerando ha reso fantasiosamente in interlocuzione con la complice orchestra il carattere festoso, a tratti ironico o eccentrico di questo brano. Ultima di tale excursus americano la suite sinfonica di danze da West Side Story di Bernstein, con le sue sonorità seducenti, le melodie ora flessuose o incisive, i ritmi di danza quali il mambo o il cha cha, i temi struggenti dell’amore impossibile tra Maria e Tony del celebre musical originario che ritornano nell’ultimo brano in una situazione aperta e sospesa di grande fascino. L’orchestra ha fatto ancora sfoggio della sua ricchezza timbrica e del suo affiatamente nel bis concesso in seguito alle meritate ovazioni tributate dal pubblico:l’overture dello splendido Candide di Bernstein, ricca di inventiva musicale, che ha ulteriormente posto in risalto le smaglianti sonorità dell’orchestra protagonista.
Rosanna Di Giuseppe
Foto Giuseppe Izzo