«Abbiamo rovistato nel calderone della Storia ed è riemersa una Verità dimenticata»
È con queste parole che l’editore Giuseppe Barile descrive il lavoro svolto dal Centro Studi Giovanni Maria Trabaci di Irsina, che ha portato a riscoprire l’ingiustamente dimenticato compositore seicentesco. Molto apprezzato in vita, tanto da divenire il primo italiano ad essere nominato Maestro della Real Cappella di Napoli, Trabaci nasce a Montepeloso, oggi Irsina, nel 1575, noto principalmente per le sue composizione per tastiera, che influenzarono lo stile di Frescobaldi, e per l’uso moderno delle dissonanze, che manifestano la vicinanza, non solo geografica, al Principe Gesualdo da Venosa, dopo secoli di dimenticanza è stato recentemente riconosciuto anche come primo compositore ad aver scritto un intero Ciclo delle Passioni, nel 1634 bene 90 anni prima di quello ad opera J. S. Bach, nonché iniziatore del genere musicale delle Passioni in Itali. Leggiamo infatti nella Dedica al Vicerè Fonseca de Zunica, che proprio dal suo illustre committente Trabaci apprese “il modo, & il nuovo stile di comporre in Musica la Passione di Christo”, a testimonianza del fatto che l’esecuzione polifonica delle Passioni evangeliche fosse un’usanza mutuata dalla tradizione spagnola e non dunque propria di quella napoletana.
Il Centro Studi di Irsinia con la collaborazione del Professor Dinko Fabris, presidente dell’International Musicological Society, ha avviato il progetto della riproposizione integrale delle quattro Passioni di Trabaci e che ben si sposa con la nomina di Matera a Città Europea della Cultura per il 2019. Il Progetto coinvolge anche il Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, nella cui biblioteca sono conservate una copia integrale ed una seconda copia limitata al solo secondo volume, con un progetto didattico di grande rilievo: la ricostruzione della partitura è stata infatti interamente affidata ad un giovane e brillante studente di composizione, Guglielmo Esposito.
Il progetto prevede l’esecuzione di una Passione all’anno ed è stato inaugurato con la Passione secondo Matteo, prima delle quattro poiché destinata alla Domenica delle Palme, mercoledì 28 giugno presso la Sala del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di Napoli, per gentile concessione della Deputazione e dell’Abate Prelato, Monsignor Don Vincenzo De Gregorio, celebre ex direttore del Conservatorio di Napoli e perciò molto sensibile alle produzioni musicali.
Una prima esecuzione delle Passioni di Trabaci era stata proposta nel 1976 dall’Orchestra Scarlatti di Napoli con la revisione di Pietro Andrisiani; si trattò però di un’esecuzione non filologica e non integrale, perciò possiamo a ben ragione ritenere l’esecuzione dello scorso 28 giugno la prima esecuzione mondiale moderna.
La direzione della Passione secondo Matteo è stata curata da Rosario Totaro ed eseguita dal suo Coro Mysterium Vocis con la collaborazione di Giuseppe Naviglio, nella parte di Jesus, e di Alessandro Caro (alto), Marcello Della Gatta (tenor) e Roberto Gaudino (bassus) che hanno interpretato il polifonico Testo della Passione. Per l’accompagnamento strumentale Trabaci fornisce varie possibilità di esecuzione, e lascia sottintesa la presenza degli strumenti di armonia, quali tiorba ed organo; il maestro Totaro ha scelto di far accompagnare le sue voci da un organico ridotto che ha compreso Franco Pavan alla tiorba, Carlo Maria Barile all’organo e Stefano Magliaro alla viola da gamba.
Emma Amarilli Ascoli
Foto di Emanuele Ferrigno