Venerdì 5 maggio 2017 nel Museo Diocesiano Donnaregina di Napoli, in occasione della pubblicazione del nuovo romanzo di Maurizio de Giovanni I Guardiani, edito dalla Rizzoli, si è tenuta la conferenza stampa dal titolo I Guardiani: dal libro alla serie tv.
Un’ora dopo il direttore del Complesso Monumentale nella Sala Navata ha accolto più di 400 lettori che con attenta partecipazione hanno seguito la presentazione e le novità relative all’uscita del primo romanzo della trilogia I Guardiani.
Maurizio de Giovanni attende gli ospiti della conferenza stampa con il naso all’insù nella chiesa gotica Santa Maria Donnaregina Vecchia del complesso monumentale. Con loro ed una guida de Giovanni commenta scorci e stratificazioni che questo luogo della città più palesemente di altri mostra. L’ entusiasmo che trasmette è evidente, entusiasmo per ciò che vede e per quello che desidera mostrare: un bambino nel paese dei balocchi. Nella scia del suo entusiasmo conduce i convenuti nella sala adibita alla conferenza stampa.
La giornalista Laura Valente, moderatrice dell’incontro, ha immediatamente reso il tono della conferenza elegantemente informale.
Maurizio de Giovanni ha raccontato, con la spontaneità che lo contraddistingue, come nasce l’idea di questo racconto, unico rispetto al proprio genere letterario. Stimolato dalla richiesta di Francesca Longardi durante un pranzo romano su una storia da far raccontare alla Casa di produzione indipendente italiana Cattleya, di cui è produttrice e responsabile del settore sviluppo, Maurizio de Giovanni si è lasciato affascinare dall’idea di poter raccontare un’altra Napoli.
Il racconto si è concretizzato dialogando successivamente con Riccardo Tozzi, Presidente e fondatore della Cattleya – presente all’incontro- e con la Rizzoli, editrice del libro, rappresentata in conferenza dal suo editor Michele Rossi.
Michele Rossi racconta qual è stata la frase detta dallo scrittore sufficiente affinché la casa editrice, conservatrice di natura, sposasse un progetto nuovo: «Secondo te perché noi siamo gli unici animali che guardano l’orizzonte? – […] La capacità di guardare da ‘fuori’ la città è l’unicità di de Giovanni – continua Rossi -Maurizio ne I Guardiani ha inventato un modo nuovo di raccontare Napoli all’Italia».
Riccardo Tozzi spiega che la peculiarità della serie è il cambiamento di genere durante lo svolgersi della storia. Riconosce in de Giovanni la grande capacità di scrivere i romanzi pensando alla serialità, che è la forma contemporanea della comunicazione, partendo da una base di scrittura classica. Nello specifico la trilogia inizia con il genere della commedia gialla, scende in un sub strato mistery, per avvicinarsi al paranormale originato dall’esoterico, come la natura stessa della stratificazione urbana suggerisce, tanto oggettivamente quanto cronologicamente.
L’immagine che l’autore ha di Napoli è un’immagine empirica, una città che ogni cittadino vive e respira quotidianamente, straordinaria è la sua capacità nel racconto verbale e di scrittura di riaccendere nel lettore l’amore e la curiosità per quei vicoli che indifferenti o rabbiosi imbocca e che il mondo intero invidia.
«Napoli è una metropoli con una connotazione geofisica unica al mondo” ci dice l’autore. E’ la stessa stratificazione di 3000 anni che tramanda e rigenera il proprio racconto ad ogni falda storica. Ricorda tra i tanti il triangolo egizio, il triangolo geografico che dà origine ad un centro energetico che parte da tre punti: il Convento di San Domenico, la statua del Nilo a Piazzetta Nilo e il Palazzo Di Sangro (Cappella di San Severo), facendo riferimento a quel triangolo attraversato da una fitta rete di raggi di perturbazione cosmo tellurica, linee di energia invisibili ma stimabili, le Lieux-dits, che circondano la terra e lo collegano all’Universo detto anche ‘Luogo di Potere’.
“La storia si svolge su un territorio che ha un confine e che sconfina anche” dice Tozzi, addentrandosi in quelle che sono le prime bozze del lavoro di produzione. Nella trilogia si citano più di 70 luoghi della città, la cui stratificazione rappresenterà una sfida per le riprese per le quali non saranno utilizzati effetti speciali digitali, piuttosto la Cattlya intende recuperare quella cinematografia cult in cui si utilizzavano effetti speciali meccanici alfine di mantenere realistiche le scene dal taglio esoterico: gli effetti digitali renderebbero fasulla l’immagine.
«L’unica vera magia – dice de Giovanni- l’ha compiuta la Rizzoli che ha pubblicato il libro 12 giorni dopo la consegna delle ultime pagine»
L’autore aggiunge alle indicazioni di Tozzi l’importanza elegiaca dell’iperrealismo nella drammaturgia utilizzata per la realizzazione di Gomorra.
Tozzi riprende ipotizzando una regia che con molta probabilità non sarà unica e interagiranno per una visione più globale. Il casting director non lavorerà sullo star-system, attingerà dal territorio stesso le risorse. I protagonisti della storia sono 4, i suggerimenti di de Giovanni sono stati ascoltati ma la produzione considera prematuro confermare.
L’identificazione dei personaggi del romanzo negli attori non è mai facile per uno scrittore perché egli li guarda da dentro, ma dei margini di assonanza vi sono con Serena Autieri, nel ruolo della giornalista italo-tedesca, Matilde Gioli nel ruolo di Lizi. Diversamente de Giovanni insiste sull’attore Sergio Assisi quale interprete del professore Marco di Giacomo, uno dei due protagonisti maschili del libro in quanto la personalità e l’aspetto fisico ‘sgualciti’ del personaggio gli sembrano essere nelle corde dell’attore.
Peter Kolosimo è lo scrittore a cui Maurizio de Giovanni è affezionato, per la sua straordinaria capacità di affascinare con racconti di archeologia misteriosa, Matilde Serao per il suo modo di “rileggere trasversalmente la città senza che la città fosse diversa da se stessa”, sono questi scrittori che hanno nutrito e acceso in lui una aggiuntiva curiosità.
«Il libro non ha riferimenti storici specifici, la tensione è nella contemporaneità degli eventi anziché nella ricerca delle tracce degli eventi stessi» spiega l’autore.
L’impegno economico della produzione per la realizzazione della serie, che con molta probabilità sarà diffusa sul canale web, sarà impegnativa, la previsione di budget si aggira sui costi per la produzione di Gomorra, la variabilità è condizionata alla necessità di dover ricostruire alcuni degli ambienti.
La seconda parte del pomeriggio si è svolta nella Sala Navata del Complesso Monumentale di Donnaregina. Il pubblico ha goduto di un’ora pomeridiana leggiadra in cui è stato presentato il libro I Guardiani.
«Oggi Napoli è la capitale di quello, che in gergo si chiama ingegno: Maurizio de Giovanni che racconta storie di gialli, storie che hanno radici nell’archeologia fantastica; Alessandro Siani che ha realizzato qui la commedia popolare; lo stesso Serena Autieri; la più grande fiction che sia stata prodotta in Italia, Gomorra, rappresentata sul palco da Riccardo Tozzi, che oggi in America ha la stessa popolarità delle serie statunitensi – afferma Enzo d’Errico, direttore del Corriere del Mezzogiorno, moderatore in questa circostanza, e ha aggiunto – Napoli si sta allineando al contemporaneo, ossia la vera narrazione, quella popolare, che non rinuncia alla qualità, ma riesce ad essere industria, bottega finalmente, qui sta mettendo radici come industria culturale e questo è una buona notizia per tutti noi»
Serena Autieri legge due estratti dal romanzo. Siani dichiara di voler scrivere la sceneggiatura di un film per il cinema con Maurizio de Giovanni: le loro scaramucce sul palco sono il preludio di una sceneggiatura auspicabile.
Mariagrazia Liccardo
I Guardiani. Maurizio de Giovanni. Conferenza stampa con Tour
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