Il 15 aprile del 1967 moriva a Roma Totò, accompagnato nelle celebrazioni funebri da una folla di ammiratori tanto numerosa da paralizzare la città di Napoli; ormai sono trascorsi cinquantanni e l’attore, vero Principe della Risata, è più che mai presente nell’immaginario collettivo non solo napoletano ma nazionale e internazionale a dispetto di una sua affermazione rilasciata qualche giorno prima di morire, in cui non senza rammarico e con autentica modestia, affermava che nessuno lo avrebbe ricordato, perché non era stato all’altezza delle infinite possibilità che il palcoscenico offre a chi sa calpestarlo.
Le sue interpretazioni, i suoi tempi comici, le sue scritture non possono che essere espressione di un’epoca e di una certa Italia, eppure tutta l’arte espressa dal Principe de Curtis non ha smarrito la sua valenza e ancora oggi desta un’ammirazione che va oltre gli anacronismi, pochi, e le geniali intuizioni da precursore, tantissime.
È drammaturgo, poeta, paroliere, cantante. Accostato a comici come Buster Keaton e Charlie Chaplin, ma anche ai fratelli Marx o a Ettore Petrolini, in quasi cinquant’anni di carriera Totò spazia dal teatro (con oltre 50 titoli), al cinema (con 97 pellicole), alla televisione (con 9 telefilm e vari sketch pubblicitari), lavorando con molti tra i più noti protagonisti dello spettacolo italiano, come Peppino De Filippo, Anna Magnani, Titina De Filippo, Ave Ninchi, Vittorio De Sica, Macario, Gianni Agus, Nino Taranto, Aldo Fabrizi, Fernandel, Raimondo Vianello, Ugo Tognazzi, giusto per citarne qualcuno.
La sua unicità interpretativa gli consente di eccellere sia in ruoli puramente brillanti che in parti più impegnate, verso le quali si orienterà nell’ultima fase della sua vita.
Ricordandolo con le parole dell’orazione funebre tenuta da Nino Taranto: «Amico mio, questo non è un monologo, ma un dialogo perché sono certo che mi senti e mi rispondi, la tua voce è nel mio cuore, nel cuore di questa Napoli, che è venuta a salutarti, a dirti grazie perché l’hai onorata. Perché non l’hai dimenticata mai, perché sei riuscito dal palcoscenico della tua vita a scrollarle di dosso quella cappa di malinconia che l’avvolge. Tu amico hai fatto sorridere la tua città, sei stato grande, le hai dato la gioia, la felicità, l’allegria di un’ora, di un giorno, tutte cose di cui Napoli ha tanto bisogno. I tuoi napoletani, il tuo pubblico è qui, ha voluto che il suo Totò facesse a Napoli l’ultimo “esaurito” della sua carriera, e tu, tu maestro del buonumore questa volta ci stai facendo piangere tutti. Addio Totò, addio amico mio, Napoli, questa tua Napoli affranta dal dolore vuole farti sapere che sei stato uno dei suoi figli migliori, e che non ti scorderà mai, addio amico mio, addio Totò».
La Regione Campania celebra l’attore simbolo dello spettacolo comico in Italia, “il Principe della risata” con TOTÒ: L’ARTE E L’UMANITÀ un fitto programma che racchiude molteplici iniziative promosse dalla Regione Campania e realizzate dalla Fondazione Campania dei Festival presieduta da Luigi Grispello.
Il programma si sviluppa tra aprile e luglio 2017 attraverso spettacoli, concerti, installazioni e un convegno internazionale.
All’intramontabile genio della rista è stato dedicato il concorso Totò torna a scuola, bandito dall’Assessorato Regionale all’Istruzione e alle Politiche sociali, retto da Lucia Fortini, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado della Campania, che impegnerà gli studenti nel riallestimento di frammenti scelti, tra cinema e teatro, dal repertorio di Totò, nell’intento di divulgare e tenere viva l’opera del geniale artista tra le giovani generazioni.
Si comincia il 15 aprile 2017 con Totò, si ri-gira!, realizzato in successione a Roma, Milano e Napoli da Teatri Uniti con Tony Laudadio, Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano, Davide Cirri, Edoardo Sorgente, che propone la ricostruzione di alcuni set cinematografici con il riallestimento site-specific di scene, tra le più famose, tratte dai film del Principe della risata. Attraverso il re-enactment di alcune sequenze iconiche della storia del cinema, si realizzerà così nei luoghi originali delle maggiori città italiane un innovativo esperimento transmediale (nell’utilizzo di linguaggi propri del cinema, del teatro e del web), in omaggio a Totò.
Nel suo quartiere nel cuore di Napoli sempre il 15 aprile alle 10.30 sarà inaugurata l’installazione il Monolite di Giuseppe Desiato, posizionato in Largo Vita alla Sanità, dal titolo Totò l’uomo tutto d’un pezzo che ha lasciato un grande vuoto.
Il 16 aprile 2017 la Regione Campania e RAI 2 presentano Il nostro Totò un programma di Ugo Porcelli, Marco Giusti, Gino Aveta, scritto con Fabrizio Corallo e Luca Rea, con la collaborazione di Roberto Torelli, per la regia di Cristina Fayad condotto da Serena Rossi e realizzato dal CPTV Rai di Napoli, in onda dall’Auditorium della RAI di Napoli in seconda serata su Rai 2, in omaggio all’artista ed alla sua città natale che vedrà la partecipazione di tanti protagonisti della cultura, del cinema e del teatro italiano.
Proprio nel suo quartiere si svilupperà un articolato programma, una sezione intitolata Totò – Benvenuti al Rione Sanità, organizzato insieme a Fondazione di Comunità San Gennaro, che vanno dalle visite guidate Il Rione Sanità ancora da scoprire con il coinvolgimento di tutta la Rete Profit presente nel Rione, soprattutto del settore enogastronomico; laboratori e attività ludico sportive per i bambini; concerti e installazioni.
Totò nacque in via Santa Maria Antesaecula il 15 febbraio 1898, nel cuore del Rione Sanità, in una condizione di grande disagio economico e familiare.
Il principe non ha mai dimenticato il suo amato Rione d’origine. Si racconta che di tanto in tanto, andasse di notte per le strade del suo quartiere, a lasciare banconote da diecimila lire sotto le porte delle famiglie più bisognose.
Il legame con il suo quartiere era così forte che, alla sua morte, dopo i due funerali di Roma e Napoli, ce ne fu un terzo nel Rione Sanità, il 22 maggio 1967. Al termine del sacro rito, per la prima volta ad un funerale, ci fu un fragoroso applauso.
In occasione del Cinquantenario della sua scomparsa il calendario di eventi previsti alla Sanità ha una duplice funzione: da un lato donare vitalità allo stesso Rione Sanità, rinsaldando il senso di comunità tra gli abitanti che si ritrovano intorno alla figura di Totò, un ponte tra passato e presente che ha radici profonde nell’arte, nella cultura, nel patrimonio artistico e architettonico del quartiere; dall’altro lato offrire una opportunità per attrarre un maggior flusso di visitatori all’interno del Rione, restituendo un’immagine della Sanità diversa da quella a cui si è abituati.
La Sanità, casa di Totò, è casa di tutti, un pezzo di Napoli nel quale riscoprire il riso e la teatralità partenopea, la cultura e la bellezza, l’arte e la storia.
Per tutto il periodo delle celebrazioni dedicate a Totò, il Rione Sanità, attraverso la collaborazione di molteplici associazioni, enti e strutture, ospiterà numerose attività tra cui il ciclo di concerti in piazza Sanità con Marco Zurzolo (il 10 maggio, ore 21), Valentina Stella (il 3 giugno, ore 21), ed il concerto – spettacolo intitolato Benvenuti al Rione Sanità (il 1 luglio, dalle ore 21) per la direzione artistica di Alessandro Siani, con Francesco Cicchella, Clementino, Pasquale Palma, Rosalia Porcaro, Andrea Sannino, e con l’orchestra Sanitansamble, “un ensemble made in Rione Sanità”.
Il mondo teatrale napoletano non poteva sottrarsi alle celebrazioni e il 27 e 28 aprile 2017 al Teatro Trianon Viviani di Forcella, andrà in scena Totò che tragedia!, un recital, ideato e interpretato dai Virtuosi di San Martino, (Roberto Del Gaudio, voce, drammaturgia; Federico Odling, violoncello, rielaborazioni musicali; Vittorio Ricciardi, flauto; Carmine Ianniciello, violino; Carmine Terracciano, chitarra, luci Lucio Sabatino; assistente alla regia Victoria De Campora) che seguendo il loro originale stile tra teatro, avanspettacolo e opera, offriranno un ritratto anche privato del grande attore napoletano il tormentato amore con la ballerina Liliana Castagnola.
Il punto di partenza è la militanza artistica di Totò nell’avanspettacolo e nella rivista; le sue frequentazioni con i De Filippo al Teatro Nuovo di Napoli, e poi con la Magnani, con Aldo Fabrizi, con Nino Taranto, con Mario Castellano, nella costruzione della sua personale macchina comica: il burattino, il cantante, l’attore, l’autore, facoltà virtuosistiche rivolte all’arte della risata. Ma dietro questa c’è l’uomo e la sua storia con Liliana, la sua “militanza sentimentale”.
Totò che tragedia! è il racconto di un doppio binario di dolore e di gioia, di parole e musica, sul quale si fonda il mito del Principe De Curtis.
Il 6 maggio 2017, all’Auditorium della RAI di Napoli, andrà in scena La Sinfonia di Totò, una fantasia musicale di autori vari, ideata e orchestrata da Federico Odling con Luciano Saltarelli e la Nuova Orchestra Scarlatti e con la partecipazione straordinaria di Angela Luce. Uno spettacolo musicale per celebrare in musica Totò attraverso il ricco ed inesauribile patrimonio delle fortunate colonne sonore dei suoi più popolari successi cinematografici (Totò cerca casa, Guardie e ladri, Totò, Peppino e la dolce vita, Totò e i Re di Roma, Totò turco napoletano, Totò d’Arabia, Totò a colori, Miseria e nobiltà). Più di trenta titoli articolati nei canonici quattro movimenti danno vita a un animatissimo collage sonoro: un ritratto musicale unico della caleidoscopica maschera, ed anche una gustosa riscoperta di un’intera stagione di musica popolare italiana del dopoguerra, quella dei Barzizza, Rustichelli, Luttazzi, Ferrio, Piccioni, Trovajoli, compositori di saldissimo mestiere che, nel nome di Totò, ne rinnovarono stili e accenti con ironia geniale.
Per rafforzare quella linea obliqua che ancora oggi lega il nostro presente all’arte di Totò, l’Università Suor Orsola Benincasa, la Regione Campania e la Fondazione Campania dei Festival, scelgono di celebrare il cinquantenario della morte dell’artista con Diagonale Totò.
L’evento, programmato a Napoli il 20 e 21 giugno 2017, affiancherà un convegno internazionale di studi dedicato all’intera produzione dell’artista a una performance digitale per far dialogare attori contemporanei con i corpora lessicali più significativi del repertorio di Totò.
Il Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa Lucio D’Alessandro ha affermato: «Antonio de Curtis, in arte Totò, è il più grande comico italiano del Novecento. Molti sono buoni a fare della comicità e a servirsi degli espedienti che aiutano a rafforzarne gli effetti, ma il comico genuino è un fatto naturale, difficilmente riproducibile; così come unica e irripetibile, connessa com’era a un corpo da burattino snodabile e disarticolato, appare la predisposizione di Totò ai lazzi imprevedibili e agli sberleffi esilaranti. La comicità autentica comporta anche la coscienza dell’inefficacia delle solite strade, e l’esigenza di trovare percorsi alternativi: diagonali nuove per reinterpretare la realtà che ci circonda. La linea trasversale diventa così il vero tratto caratterizzante dell’artista: essa ricorre nel profilo sbilenco del volto e ritorna nello sguardo, deviato e obliquo, fino a segnare il percorso conoscitivo che egli compie dall’uno all’altro mondo, dalla menzogna alla verità, dalla terra al cielo e viceversa. Lungo una diagonale immaginaria segnata dal comico, Totò attraversa coraggiosamente le situazioni banali della vita per cogliere un significato che la serietà non è in grado di percepire, fino a rendere visibile l’interiorità dell’uomo, attraverso l’autoderisione. Su di essa si fonda la sua filosofia e il suo più efficace insegnamento: ci si può prendere sul serio solo finché qualcosa o qualcuno, magari un qualunque Totò improbabilmente abbigliato di marsina e bombetta, non ci lanci contro qualche perla dal sapore sarcastico capace di sgretolare in un attimo l’immagine che di noi eravamo riusciti faticosamente a costruire: è l’azione dirompente prodotta da espressioni dissacranti come “ma mi faccia il piacere” o da frasi rivelatrici – “lei ha la faccia del cretino, s’informi” − sotto le quali restano schiacciate le convenzioni ammuffite dello status sociale».
Il convegno darà conto degli studi più recenti e innovativi su Totò, con una messa a punto del contesto in cui il fenomeno ha origine e una sistematica fenomenologia della “battuta” in una utile prospettiva linguistica.
Le tre sessioni (La contraddizione consentita; La maschera e i volti; Le stagioni di Totò) saranno coordinate rispettivamente da Emma Giammattei, Marino Niola e Valerio Caprara. Nella seconda giornata si lascerà spazio al dialogo tra studiosi ed esperti anche “militanti”.
A chiudere l’evento, una performance in cui tecnologie innovative proietteranno possibili dialoghi contemporanei e provocheranno interazioni tra attori, pubblico e scenografie digitali.
Evento inserito per le celebrazioni del cinquantenario della scomparsa di Totò la presentazione del restauro di Miseria e nobiltà, film di Mario Mattoli del 1954, realizzato dalla Fondazione Film Commission insieme al Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale di Roma.
Tonia Barone