In un tempo di odio e di chiusura, mercoledì 7 dicembre 2016, il Teatro di Corte ha spalancato le sue porte ad un pubblico numeroso venuto a sentire un concerto dedicato al dialogo ed alla riflessione.
“Tre fedi un solo Dio” è questo il titolo del progetto musicale che Patrizia Bovi promuove da quasi due anni e che, ospitato dall’Associazione Scarlatti, non poteva mancare il passaggio per Napoli, “Capitale storica del dialogo e dell’incontro tra diversità e differenze”.
Il progetto nasce nel 2014 su invito di Bart Demuyt, direttore dell’Augustinus Muziekcentrum di Anversa, a conclusione di due mostre dedicate rispettivamente alle religioni del Libro e ai luoghi di pellegrinaggio. Sempre di Demyut è la richiesta di un’esecuzione esclusivamente al femminile; la scelta è sembrata inizialmente fuori luogo poiché in tutte e tre le religioni monoteiste la donna è esclusa dalla funzione religiosa, ricopre però un ruolo estremamente importante all’interno della comunità: essa è sorella, madre, sposa e soprattutto simbolo di pietas.
Alla luce di ciò appare naturale la scelta di voci femminili per consegnare al pubblico un messaggio ecumenico di comunione e dialogo.
Patrizia Bovi si appassiona fin da bambina alla musica medievale e rinascimentali e dopo aver studiato canto lirico a Perugia decide di dedicarsi a questi repertori.
Segue seminari sulla vocalità antica e nel 1984, insieme a Adolfo Broegg, Goffredo degli Esposti e Gabriele Russo, fonda l’Ensemble Micrologus dando finalmente spazio e voce alla tradizione italiana, fino a quel momento, paradossalmente, ad appannaggio esclusivo di gruppi inglesi e tedeschi; ha collaborato e collabora con i più importanti gruppi specializzati nella musica antica.
Dopo aver messo a punto un metodo d’insegnamento relativo al canto medievale in rapporto anche ad alcuni repertori di tradizione orale, collabora con diverse istituzioni europee tra le altre la Fondation Royaumont di Parigi, ad un progetto internazionale sull’insegnamento della musica medievale.
Nel 2008 è stata insignita del titolo Chevalier des Arts et des Lettres dal Ministro della cultura
Per il progetto “Tre fedi un solo Dio” si è servita della collaborazioni di grandi artisti specializzati nei repertori tradizionali:
Françoise Atlan si esibisce regolarmente nelle maggiori sale da concerto di tutto il mondo e le sue numerose incisioni discografiche hanno ricevuto il plauso unanime dalla critica internazionale. Le sue radici giudaico-berbere hanno stimolato la sua passione per i patrimonio vocale del mediterraneo in modo particolare per le tradizioni giudaico-spagnole e quelle giudaico-arabe.
Si è diplomata in musicologia, pianoforte e musica da camera sia all’Università che al Conservatorio di Aix-en-Provence. Per i suoi studi sulle tradizioni musicali e poetiche della città di Fes ha ricevuto il Premio Villa Medici “Fuori le mura”.
Fadia Tomb El-Hage, libanese di nascita, è una delle rare cantanti a poter vantare una preparazione vocale nelle tecniche sia orientali che occidentali. Dopo il diploma in canto lirico, presso il conservatorio di Monaco di Baviera, si specializza in musica antica. Ha fondato il trio vocale “TriOrient” dedicato alla diffusione del repertorio dei canti popolari libanesi sia sacri che profani. Si è esibita nelle sale più prestigiose d’Europa e Marocco e dal 1990 è voce solista dell’ Ensemble Saraband direto dal Musicologo Vladimir Ivanoff.
Giuseppe Frana appena ventenne viene folgorato dall’interesse per le musiche modali extraeuropee e decide di intraprendere lo studio dell’oud turco e di altri cordofoni a plettro.
Dall’incontro con l’Ensemble Micrologus scaturisce l’interesse per la musica del medioevo europeo e si iscrive alla Schola Cantorum Bsilensis dove studia liuto medievale sotto la guida di Crawford Young. Collabora stabilmente con molteplici artisti nell’ambito della musica antica, orientale ed extra-colta.
Gabriele Miracle diplomato in strumenti a percussione al Conservatorio di Perugia con il massimo dei voti, si dedica da subito alla musica antica collaborando con l’Ensemble Micrologus e numerosi altri gruppi specializzati nella musica antica.
Da sempre interessato alla composizione e all’arrangiamento ha collaborato con il coreografo belga-marocchino Sidi Larbi Cherkaoui nella realizzazione dei suoi spettacoli tra i quali “Babel” (2010) vincitore dell’ Olivier Award come miglior coreografia dell’anno.
Collabora con la danzatrice indiana Shantala Shivalingappa e col gruppo franco-israeliano Winter Family.
I cinque interpreti hanno presentato brani provenienti da tutto il bacino mediterraneo: tradizione cristiano-maronita, giudaico-provenzale, balcanica, sefardita, siriaca, sarda, pugliese per citarne alcune.
Alcuni di questi canti sono tratti da manoscritti, come quelli cristiani della mistica tedesca Hildegard von Bingen o quelli tratti dai manoscritti del convento di Las Huelgas, ma la maggior parte del repertorio fa riferimento alla tradizione orale poiché nessuna notazione, per quanto accurata, permette di trascrivere tutte le ornamentazioni né le sottili inflessioni melodiche tipiche di questo repertorio.
Le diverse melodie delle differenti tradizioni si sono susseguite quasi senza interruzione per circa un’ora e le tre magnifiche interpreti, sole o accompagnate dagli strumenti tradizionali, hanno dato voce ai canti delle proprie origini e partecipato ai brani del credo delle altre, creando un clima mistico e coinvolgendo il pubblico nel profondo.
Gli applausi sono stati calorosi ma esitanti quasi a non saper scegliere se omaggiare la bravura degli interpreti o voler rispettare la profondità del messaggio ecumenico.
Sicuramente chiunque abbia partecipato a questo concerto ne è uscito arricchito e in grado di apprezzare l’Altro avendo scoperto, attraverso il canto, quante siano le similitudini tra le culture e, al tempo stesso, quanto siano belle le differenze che emergono dal confronto. Il messaggio è sempre lo stesso: Misericordia e Pace.
Emma Amarilli Ascoli
Foto di Emanuele Ferrigno