La stagione 2016-2017 del Teatro Bellini di Napoli si arricchisce divenendo “Casa delle Arti”, come ha voluto definirla il Consulente Artistico del Teatro Gabriele Russo, ospitando sul palcoscenico e nel foyer non solo teatro ma anche conferenze di storia, presentazioni di libri e concerti di varia natura. Si parla di 260 aperture di sipario e 120 attività collaterali. È stato perciò necessario presentare ogni singola attività con una conferenza a sé.
Mercoledì 12 ottobre si è presentata la Stagione sinfonica dell’Orchestra Giovanile Napolinova che si inaugurerà il prossimo 16 ottobre alle ore 11.30.
Si tratta della prima vera e propria stagione per questa giovane orchestra, giovane per l’età dei suoi componenti e per la sua recente fondazione (2014). Solo il Teatro Bellini, insieme a pochi altri, ha creduto finora al progetto del Direttore Artistico dell’Associazione Napolinova, Alfredo de Pascale. L’orchestra giovanile infatti è un progetto di formazione e in formazione; non si tratta di un’orchestra stabile, ma il lavoro dei ragazzi e degli insegnanti ospiti guarda in avanti, come dimostrano gli otto concerti in programma. I ragazzi che la compongono sono giovani da poco diplomati o ragazzi alle soglie del diploma ma sono tutti stati selezionati tramite audizioni pari a quelle delle orchestre professioniste e su scala nazionale. Non si deve pensare però che il fatto che non si possa ancora parlare di stabilità sia indice di poca professionalità, ci tiene a precisare il maestro Mariano Patti, Direttore Musicale dell’Orchestra; i ragazzi sono chiamati a studiare le parti e a partecipare a tutte le prove, dove, prima di incontrare il maestro che dirigerà il concerto, lavorano a sezioni, affiancati da tutor di alto livello, come i maestri Felice Cusano, Fabio D’Onofrio e tanti ospiti eccellenti.
I concerti, di cadenza mensile, avranno luogo la domenica mattina e vedranno la partecipazione di grandi nome del concertismo internazionale quali, Franco Mezzena, Francesco Bossone, Andrea Oliva, Giovanni Gnocchi, Alessandro Carbonare, Giampaolo Stuani e Simonide Braconi, per errore dimenticato sul programma del Teatro, accanto a giovani già affermati, come il direttore Luca Bagagli, o in rapida ascesa come la giovane direttrice Nil Venditti, e molti altri.
Il 16 ottobre alle 11:30, ad inaugurare la stagione sarà la bacchetta di Luca Bagagli che dirigerà la Quarta sinfonia di Beethoven e il Concerto per violino e orchestra in mi minore di Mendelssohn, che avrà come solista Franco Mezzena. Il maestro Bagagli, presente alla conferenza stampa, ha brevemente presentato i due brani parlandoci di ciò che lega i due autori vale a dire “lo slancio romantico in una forma classica”.
In Mendelssohn, da sempre discusso come primo dei romantici o ultimo dei classici, in realtà, come ci ha giustamente raccontato il maestro, i temi, le sonorità e il dialogo musicale sono classici mentre la forma si distacca dallo schema romantico, non vi è l’esposizione dell’orchestra a precedere l’ingresso del violino, la cadenza è posta a metà del primo movimento e non alla fine, ed i tre movimenti sono fra loro collegati.
Con questa sua presentazione del concerto Luca Bagagli ha anticipato un’altra iniziativa dell‘Associazione Napolinova, che si svolgerà parallelamente ai concerti: “Aspettando la Domenica in concerto”, incontri che si terranno il venerdì sera a cura del maestro Renata Maione. Saranno incontri volti sì a spiegare e comprendere i brani in programma e il contesto storico dei compositori, ma anche per avvicinare il pubblico alla musica; affiancheranno la Maione, infatti, i solisti dei concerti ma anche alcuni ragazzi dell’orchestra che potranno dunque raccontare il lavoro che vi è dietro l’esibizione. Durante gli incontri sarà possibile intervenire e confrontarsi perché la comunicazione è, e deve essere, la base di tutte le arti.
E proprio sulla comunicazione si è voluto soffermare Luca Bagagli poiché nella sua personale esperienza di napoletano emigrante ha colto nella mancanza di condivisione e dialogo la difficoltà che da anni la città di Napoli trova, contrariamente a città come Torino e Milano, nell’organizzazione e la valorizzazione delle attività culturali.
Emma Amarilli Ascoli
Foto di Emanuele Ferrigno