Alessio Boni attore classe 1966, Omar Pedrini cantante classe 1967, il primo bergamasco ed il secondo bresciano, divisi soltanto dal lago d’Iseo, ma uniti da passioni e riferimenti culturali comuni. 66/67 è lo spettacolo con il quale hanno debuttato il 12 giugno 2019, ore 21,00 a Salerno, nell’ambito del Napoli Teatro Festival. Si comprende il titolo dato a questo reading – concerto per voce recitante e canzoni, che ha richiamato appassionati di ogni età nel portico del Duomo, viaggio emozionante e nostalgico tra note che dal 1960 ad oggi sono diventate patrimonio sonoro di tutti. Omar Pedrini, accompagnato da bravissimi musicisti, e Alessio Boni magnetica voce recitante, che ha letto la traduzione dei testi inglesi, hanno costruito questo viaggio sotto un cielo diventato magicamente underground. Tutto iniziò con la controcultura degli anni 1960, l’America del pacifismo e del movimento per i diritti degli afroamericani, la rivoluzione sessuale e il rock psichedelico. La potente ondata contestataria nata in America dilagò presto oltreoceano, rivoluzionando il costume, la mentalità e il linguaggio dell’epoca. La musica fu il grande megafono che fece circolare i nuovi messaggi di migliaia di giovani diventati, forse per la prima volta, i protagonisti del cambiamento. Le note di Blowing’ in the wind del 1962, pezzo scritto da un Bob Dylan ancora poco famoso, aprono il concerto. Alessio Boni ne legge la traduzione col suo celebre refrain ‘La risposta, amico, sta soffiando nel vento‘ e le poche strofe che racchiudono la visione pacifista del ventunenne ‘menestrello del rock’, contro l’incapacità dell’uomo di combattere l’orrore della guerra. Sarà così per ogni brano, il cantautore Omar Pedrini, ex leader dei Timoria, accompagnato dal vivo da Stefano Malchiodi (batteria), Larry Mancino (basso) e Carlo Poddighe (seconda voce e tastiere) interpreterà le canzoni che l’attore molto amato dal pubblico, interpreterà con letture teatrali di particolare effetto. Entrambi condividono un idea di fondo, le canzoni in lingua inglese più amate possono essere più apprezzate se si conoscono i contenuti, infatti parole di ribellione e di invocazione, di urlo o di amore, a tratti molto poetiche, hanno sempre sostenuto brani molto celebri. Sound Of Silence di Simon & Garfunkel pezzo così venato di malinconia, la dolente Mother di John Lennon, lo psichedelico Lou Reed con la sua trasgressiva Walk on the wild side, l’indimenticabile Wish You Were Here dei Pink Floyd, la visionaria Heroes di David Bowie, la mistica Redemption song di Bob Marley, la vibrante There is a light that never goes out degli Smiths, la consolante Everybody Hurts dei R.E.M. e la profetica Wonderrwall degli Oasis, questa la sequenza delle esecuzioni.
Un ascolto incantato, nostalgico, emozionante, un universo di note folk e rock d’autore, di musica psichedelica e reggae, furono tutti indiscussi protagonisti che inventarono espressioni musicali nuove, influenzando il percorso di tante altre formazioni musicali. Milioni di dischi venduti nel mondo, un riferimento per generazioni affamate di note visionarie. I testi, poco conosciuti in Italia, non ne impedirono una popolarità grazie ai media di allora ed alle potenti case di produzione statunitensi e britanniche, che crearono un’interconnessione ante-litteram, prima di internet e dei social media. Il reading poetico di Alessio Boni è stato intervallato da molti applausi, l’operazione è stata complessivamente accattivante, ha sfidato un immaginario visivo ed acustico legato alle esecuzioni di origine, ma ha avuto le sue ‘ragioni’, scorrendo con fluidità e piacere di ascolto. Sole spento del 2001, testo e musica di Omar Pedrini, portata al successo dai Timoria e Io non mi sento italiano del 2003 di Giorgio Gaber sono gli unici due brani in italiano proposti nella serata. Infatti le influenze d’oltre oceano hanno gettato semi duraturi anche nel panorama artistico italiano, dopo gli anni ’70 cioè il decennio dei cantautori, in cui la musica italiana si è politicizzata, l’universo musicale nostrano è stato più ricco e composito. Le canzoni italiane, una intensa e malinconica ballata e il manifesto-testamento del Sig. G, hanno trasmesso aneliti di solitudine e d’indipendenza, e la peculiarità di un’ispirazione cantautoriale di grande forza ed originalità. Applausi scroscianti a conclusione dello spettacolo, e sulle note del bis Heroes, in un arrangiamento molto più ritmato dell’originale, tutto il pubblico in piedi ha ballato. La strumentazione tipicamente rock degli ottimi musicisti in campo, una seconda voce applauditissima per l’interpretazione del brano dei R.E.M., l’inedito duo Pedrini & Boni pura bravura a proprio agio sul palco, hanno creato una serata intensa e piena di emozioni. Il ‘concertato’ tra i due artisti è stata una scommessa vinta, di amicizia e di passione, il pubblico ha restituito applausi e gradimento.
Marisa Paladino