Sold out per la serata finale dell’ International Jazz Salerno 2018, rassegna che ha raccolto entusiastici consensi ed una grande partecipazione di pubblico. Con la direzione artistica di Stefano Giuliano, organizzata dal Teatro Pubblico Campano in collaborazione con l‘Associazione Sofy Music, la kermesse articolata in cinque concerti presso la Sala Pasolini, luogo ideale per l’ottima acustica, ha ospitato artisti di spicco registrando ogni volta il tutto esaurito a dimostrazione che la qualità ripaga e che impegnarsi per politiche culturali e divulgative a basso costo è l’idea vincente. A chiudere in bellezza il 15 maggio questo evento (a cui auguriamo di avere un seguito nei prossimi anni) è stato il sassofonista Alfonso Deidda accompagnato da Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Alessandro Paternesi alla batteria e Dario Deidda (fratello maggiore del leader) al basso elettrico. Una formazione che non ha bisogno di essere presentata (come dice Alfonso musicisti pazzeschi!), visto la notorietà in ambito jazzistico e la bravura risaputa dei suoi componenti, tra l’altro affiatatissima in cui ognuno abilmente e con originalità, imprime espressività e intensità nei passaggi solistici e nell’accompagnamento.
Il concerto diviene una preziosa occasione per ascoltare alcuni brani composti dal polistrumentista (è anche pianista) e arrangiatore, che ha maturato un personale linguaggio elaborando esperienze diverse (latin, free, funk), estrapolati dal suo primo lavoro discografico del 2015. Un sound esplosivo durante i soli molto free, citiamo ad esempio Lucky Man brano di apertura, dedicato alla memoria dell’amico trombonista salernitano Fortunato Santoro, inizialmente dal carattere rarefatto e poetico o come accade in Actual Size e in A Tough Morning col sax soprano, in cui la sezione ritmica si mostra in tutto il suo spessore. E ancora, splendida, con una introduzione del basso, Arahuacos dedicata agli indiani amerindi, che si intensifica man mano su una parossistica trama di sferzate pianistiche e percussive. Dolce lirismo nei momenti più cantabili come nella ballad Just for a While con un dialogo confidenziale tra il piano ed il clarinetto basso e onirico raffinato fraseggio introdotto dal morbidissimo Mazzariello in Unusual, che offre un delicato accompagnamento al solista in vena sognante (tra l’altro con superlativi passaggi del basso). Notevole interplay tra i musicisti per questo hot live di potente suggestione in cui tutta la natura compositiva ed espressiva di Alfonso Deidda viene esaltata dalla sensibilità del suo gruppo. Struggente l’inizio in solo dell’omaggio a George Gershwin con My Man’s Gone Now, aria composta per l’opera Porgy and Bess, che lascia spazio, dopo un travolgente momento corale, sul finire, ad un lungo assolo del batterista. La performance del quartetto si conclude con un bis vulcanico strappa applausi. Cosa aggiungere? A risentirci presto!
Dadadago