Il Festival di Ravello festeggia il proprio 65esimo compleanno con un cartellone che omaggia la tradizione musicale nel nome di Wagner con i più illustri direttori d’orchestra, ma riesce ad essere ancorato alla realtà odierna con incursioni nell’avanguardia, attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi, il jazz, la danza per lasciar parlare il corpo.
Parliamo del Ravello Festival che in questa edizione coniuga passato e futuro, dando spazio, come sempre, all’arte della musica (direttore Alessio Vlad e, per il jazz, Maria Pia De Vito) “nel rapporto tra silenzio e spazio”, cogliendo anche le nuove sensibilità culturali del tempo come racconta il programma artistico curato da Laura Valente (direttore danza, tendenze e nuovi linguaggi, progetti speciali, formazione).
Come ha dichiarato Vincenzo De Luca, Presidente Regione Campania, nella conferenza di presentazione «Non è un momento semplice quello che il mondo sta vivendo, sono compromesse le nostre libertà e la nostra sicurezza, in molti luoghi è a rischio il patrimonio artistico e archeologico: ben felice che l’offerta culturale del Ravello Festival di quest’anno sia anche un messaggio di dialogo e di relazione tra i popoli, di ricerca di unità nella diversità. Se riusciremo a portare anche un piccolo contributo di riflessione al bisogno di costruzione di pace, lo sforzo del nostro impegno avrà avuto ancora più valore e significato».
Con queste premesse che invocano pace e dialogo, senso di comunità e abbattimenti di vecchi e nuovi muri, il taglio del nastro è previsto il primo luglio 2017 con un concerto tutto wagneriano diretto dalla bacchetta di Adam Fisher, in collaborazione con uno dei più prestigiosi Festival dedicati al maestro di Lipsia come quello di Budapest. A salire sul Belvedere di Villa Rufolo l’Hungarian Radio Symphony Orchestra.
Il programma di musica annovera appuntamenti da non perdere come il concerto del 5 agosto diretto da uno dei più prestigiosi direttori oggi sulla scena mondiale, il finlandese Esa Pekka Salonen, con la Philharmonia Orchestra, tra i più innovativi anche per la capacità di convertire l’ispirazione con i nuovi strumenti digitali. Dal gelo siberiano, dove trova ispirazione con la sua MusicAeterna, viene un altro straordinario talento: il “ribelle della classica”, greco di nascita e russo di formazione, Teodor Currentzis il 30 agosto. Da Mosca anche il metropolita di Volokolamsk, Ilarion Alfeev, uomo chiave del dialogo interreligioso della chiesa russa e compositore di musica sacra che a Ravello dirigerà l’Orchestra Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi” (30 luglio) che si esibirà anche nel tradizionale Concerto all’Alba (11 agosto) quest’anno affidato al direttore Oleg Caetani.
Chiamati sullo splendido Belvedere non mancheranno interpreti di eccellenza: da Kent Nagano (il maestro che passa da Mozart a Frank Zappa) e la Dso di Berlino (9 luglio) con lo straordinario violino di Arabella Steinbacher, alla Rotterdams Philharmonisch Orkest con il suo nuovo giovane direttore stabile Lahav Shani, il 19 agosto, alla Asian Youth Orchestra diretta da James Judd e con un solista di assoluto prestigio come Vadim Repin (25 agosto); ed il 12 luglio sarà presente anche uno dei migliori cori giovanili del mondo, il Chicago Children’s Choir diretto da Josephine Lee.
Da segnalare il ritorno a Ravello di Martha Argerich, pianista di fama mondiale, con la Franz Liszt Chamber Orchestra diretta da Gábor Takács-Nagy (8 luglio) e di Philip Glass che salirà sul palco il 14 luglio in un concerto per tre pianoforti con i compagni di viaggio Dennis Russell Davies e Maki Namekawa in occasione dei suoi ottanta anni.
Il pane e le rose, slogan adottato in varie epoche ed occasioni dagli operai in sciopero, famoso film di Ken Loach, dà il titolo al balletto del 29 luglio de Les Italiens de l’Opéra de Paris, una compagnia appena nata, sotto la guida di Alessio Carbone che porterà a Ravello un progetto in prima assoluta in coproduzione con il museo dell’immigrazione di Parigi.
Il cartellone tersicoreo, affidato a Laura Valente, quest’anno sceglie di attraversare i muri, contro le barriere della diversità, del razzismo, delle differenze.
Muri come quelli che simbolicamente saranno abbattuti il 2 luglio a Villa Rufolo sulla musica leggendaria dei Pink Floyd dalle stelle dell’American Ballet con una coreografia di Karole Armitage, impreziosita dalla partecipazione straordinaria in live painting dell’artista Francesco Clemente e la voce recitante di sua moglie, Alba, in questa creazione prodotta per il Ravello Festival.
Al tema del transito, della fuga, dell’accoglienza è anche dedicata l’esposizione dello stesso Clemente che porta a Ravello le sue tende declinate come simbolo e “luogo artistico” di rifugio e migrazione.
Grande attesa l’11 luglio per Marie Chouinard, nome imprescindibile della danza canadese e prioritario per la danza contemporanea tutta, con la rivisitazione di uno dei suoi capolavori, Le sacre du printemps, tribale, primordiale e spirituale al tempo stesso, sulla musica di Stravinsky.
La direttrice della Biennale danza anticiperà il gigante della danza israeliana, Ohad Naharin (19 luglio), coreografo tra i più celebri e immaginifici: cresciuto in un kibbutz della Galilea a fianco del suo gemello, affetto da autismo per il quale ‘inventa’ un vero e proprio linguaggio del corpo, il metodo Gaga. Naharin ci consegna l’utopia concreta dell’ispirazione a stare meglio al mondo ascoltando il proprio corpo.
Per la formazione si replica con il progetto “Abballamm!” che prevede laboratori in residenza condotti da coreografi ospitati al festival, quest’anno in partnership con l’Accademia di Danza e Sareyyet Ramallah/Palestine International Award for Excellence and Creativity. A Ravello avremo dunque sullo stesso palcoscenico israeliani e palestinesi, nella speranza e in attesa che ciò possa diventare reale anche altrove…
Infine le incursioni jazz con il mitico Wayne Shorter assieme alla consolidata formazione formata da Danilo Perez, John Patitucci e Brian Blade il 16 luglio; le trombe di Enrico Rava e del polacco Tomasz Stanko, tra i grandi padri del jazz europeo dalle assonanze impressionanti, con le loro fughe nell’informalità (23 luglio). Poi due nomi femminili: il 5 luglio la vocalist afroamericana Dianne Rives, considerata una delle più importanti interpreti femminili di jazz del nostro tempo, una “cantante diversa”, la definisce il musicologo Stefano Zenni. L’8 agosto arriverà Roberta Gambarini, “l’erede di Ella Fitzgerald” secondo la definizione che ne ha dato il Boston Globe. Partita da Torino, nel rinascimento del jazz italiano è oggi un riferimento della vocalità statunitense. A Ravello si esibirà con il Salerno Jazz Collective un’esperienza del tutto nuova, creata appositamente per il Festival. A capeggiarla Sandro Deidda, con il quale la cantante, oltre a percorrere il consolidato repertorio di standard, affronterà anche pagine non strettamente jazz, tra cui gli amati Piazzolla e Morricone.
Ricordiamo il progetto “Petra” e Al Amal” di Luca Aquino con la Jordanian National Orchestra’s Ensemble (26 agosto) che servirà a lanciare un messaggio di speranza a difesa del patrimonio culturale mondiale (Al Amal in arabo è “la speranza”) secondo la campagna Unesco #Unite4Heritage.
Per le arti visive oltre alla mostra di Francesco Clemente è previsto un soggiorno d’artista con Mostra di un altro grande artista italiano, Sandro Chia.
Infine un’incursione pop nel programma: il 4 agosto appuntamento speciale con un concerto unplugged di Antonello Venditti.
Segnaliamo anche a partire dal 9 giugno una serie di colloqui destinati ad affrontare i grandi problemi della società contemporanea con una lezione del ministro Claudio De Vincenti e nella giornata della Musica (21 giugno) anche un primo incontro di riflessione sulla normativa giuridica nella musica con ampia partecipazione dei maggiori stakeholder del settore.
Dettagli ed informazioni su www.ravellofestival.com.
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Dadadago